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Giovedì 23 Luglio 2020
Terremoto nell'alta Irpinia: 1.778 morti

Il 23 luglio 1930 il terremoto colpisce un'area estesa per oltre 6.300 kmq, comprendente oltre 50 comuni di 7 province. Ha i suoi massimi effetti nella zona montuosa compresa tra Melfi e Ariano Irpino, fra le province di Benevento, Avellino e Foggia. La scossa è distruttiva soprattutto ad Aquilonia e Lacedonia, dove il 70%circa delle abitazioni crolla totalmente. Vengono riscontrati crolli totali o parziali e lesioni profonde, estese a gran parte del patrimonio edilizio, in altri 20 paesi circa. La maggior parte degli edifici, infatti, è costruita in ciottoli fluviali uniti da malta di scarsa qualità o addirittura da fango. Le case costruite in questo modo non resistono alla scossa, mentre gli edifici costruiti con mattoni o pietre squadrate riescono a limitare i danni. I morti sono complessivamente 1.778 e i feriti 4.264; le case crollate sono complessivamente 3.188 e quelle lesionate 2.757. La ricostruzione viene curata da Eraldo conte di Crollalanza, Ministro dei Lavori Pubblici che ricostruisce tutto in circa 3 mesi, con i mezzi di allora. Il 23 novembre 1980 un nuovo sisma colpisce l'Irpinia tra la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Caratterizzato da una magnitudo di 6,9 (X grado della scala Mercalli) con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, causa circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e, secondo le stime più attendibili, 2.914 morti.

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